COME SI SCRIVE LA GUERRA?
LABORATORIO DI DRAMMATURGIA CONDOTTO DA MOHAMED KACIMI
Introduzione: Perché la guerra come soggetto teatrale?
La storia del teatro è profondamente segnata dai racconti di guerra. Dall’antichità ai giorni nostri, i drammaturghi hanno affrontato questo tema per interrogare la violenza, il potere, il sacrificio e la resistenza. Oggi, mentre nuove guerre scoppiano e altre perdurano nell’indifferenza generale, è fondamentale per i giovani autori confrontarsi con questo argomento, non solo per raccontarlo ma anche per dargli un significato artistico e politico. Ciò che il teatro ha di più da offrire è la capacità di far vivere la guerra sul palcoscenico in modo umano e viscerale, rendendo visibili le tensioni interne, le contraddizioni, i dolori e le speranze legate ai conflitti armati.
Questo laboratorio propone di esplorare la questione della scrittura della guerra per il teatro, basandosi su esempi classici e contemporanei, mettendo in luce le specificità e le sfide di questa tematica nel contesto internazionale attuale.
Obiettivi pedagogici:
Affrontare la guerra in forme diverse: Questo laboratorio avrà lo scopo di studiare e praticare diversi modi di affrontare la guerra sul palcoscenico. I partecipanti impareranno ad analizzare i conflitti non solo dal punto di vista del combattimento, ma anche esplorando le conseguenze sulle popolazioni civili, la ricostruzione, il trauma, l’esilio e le questioni di giustizia.
Comprendere le sfide drammaturgiche ed etiche: Scrivere sulla guerra solleva questioni cruciali sull’obiettività, la testimonianza, la memoria e la presa di posizione politica. Come testimoniare senza cadere nella propaganda? Come rendere giustizia alle vittime senza idealizzare o semplificare la realtà? Queste problematiche saranno al centro della riflessione.
Utilizzo di materiali grezzi: Ci baseremo su materiali grezzi come testimonianze di vittime, soldati, reportage di giornalisti di guerra, nonché testimonianze raccolte da associazioni come UNHCR, B’Tselem e Breaking the Silence e altre che documentano i conflitti armati in modo diretto. Esploreremo anche fonti aggiuntive come i lavori del Comitato Internazionale della Croce Rossa, le testimonianze di Amnesty International e quelle di Reporter senza frontiere, per incrociare gli sguardi sulla guerra.
Conoscere i diversi generi teatrali che hanno trattato la guerra: I partecipanti saranno introdotti alle molteplici forme drammaturgiche che hanno esplorato il tema della guerra: dalla tragedia greca all’assurdo, dal realismo al teatro documentario. Questo laboratorio vuole essere anche uno spazio di esplorazione per inventare nuove forme adatte alla nostra epoca.
Esempi di opere e autori:
Questo laboratorio si ispirerà a un’ampia gamma di opere teatrali che hanno affrontato la guerra, enfatizzando la diversità degli approcci narrativi e stilistici.
- Antichità e Tragedia greca:
- I Persiani di Eschilo: Prima opera della storia in cui la guerra è vista dalla parte dei vinti. Una riflessione sull’hubris e la caduta, che interroga la guerra dal punto di vista del dolore e della perdita.
- Aiace di Sofocle: Un’opera che interroga la nozione di onore guerriero e i danni psicologici della guerra sui combattenti stessi.
- Il XX secolo:
- Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht: Questa importante opera del teatro epico mette in scena la guerra come un’impresa commerciale dove la sopravvivenza è un mercato delle illusioni. Brecht sviluppa una critica feroce dei conflitti armati, rinnovando allo stesso tempo la forma teatrale con lo straniamento.
- Le mosche di Jean-Paul Sartre: In piena Seconda Guerra Mondiale, Sartre scrive questa pièce allegorica sulla resistenza all’oppressione, interrogando la libertà e la responsabilità di fronte a un regime autoritario.
- Il re muore di Eugène Ionesco: Attraverso l’assurdo, Ionesco dipinge la fine del potere e il declino di coloro che rifiutano di vedere la catastrofe imminente.
- Contemporanei:
- La quarta Parete di Sorj Chalandon: la quarta parete è nel romanzo un muro da abbattere, per unire pubblico e attori, tutti coinvolti in una rappresentazione teatrale che dalla finzione transita verso la realtà, cercando di abbattere i muri che dividono fazioni politiche, religiose e identitarie nel Libano oppresso dalla guerra.
- Incendi di Wajdi Mouawad: una tragedia moderna che svela i segreti di una guerra civile attraverso il percorso personale di una donna. Mouawad esplora la memoria dei conflitti e l’impatto della guerra sulle generazioni future.
- Terra santa di Mohamed Kacimi: un testo incisivo sul conflitto israelo-palestinese, attraverso un dialogo poetico e brutale che rivela le contraddizioni e i dolori di una regione in guerra.
- Black Watch di Gregory Burke: un’opera documentaria basata sulle testimonianze di soldati scozzesi che hanno combattuto in Iraq. Interroga la guerra contemporanea attraverso l’esperienza dei combattenti e gli effetti della guerra sul ritorno alla vita civile.
- Blasted di Sarah Kane: un’opera disturbante e provocatoria che esplora l’orrore della guerra attraverso una violenza viscerale e destabilizzante. Sarah Kane dipinge una guerra non identificata ma brutale, e interroga la disintegrazione umana sotto il peso della violenza estrema.
- Hamletmaschine di Heiner Müller: un testo denso e complesso che esplora le rovine di un’Europa devastata dalle guerre. Müller interroga la frammentazione delle identità e la memoria dei conflitti attraverso un approccio post-drammatico e una scrittura frammentata.
- Il drago d’oro di Roland Schimmelpfennig: sebbene meno direttamente incentrato sulla guerra, questo testo tratta le ripercussioni della violenza politica ed economica su individui anonimi, in particolare rifugiati, che cercano di sopravvivere in un mondo spietato. Un approccio poetico e allegorico alla brutalità contemporanea.
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- Stuff Happens di David Hare: una pièce che affronta la guerra in Iraq e gli eventi che hanno portato all’invasione americana, esaminando le decisioni politiche dietro le quinte. Hare affronta la responsabilità morale dei leader e l’assurdità delle scelte che portano alle guerre moderne.
- Antígona furiosa di Griselda Gambaro: l’autrice argentina rivisita il mito di Antigone trasponendo la tragedia nel contesto delle dittature latinoamericane. Gambaro esplora la repressione, la sparizione forzata e la resistenza, temi centrali nei conflitti armati in America Latina.
- La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman: questa pièce cilena esplora le conseguenze psicologiche delle dittature in America Latina, in particolare attraverso il prisma delle vittime e dei torturatori, ponendo la questione della giustizia post-conflitto e della riconciliazione
Contemporanei italiani:
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- Occident Express di Stefano Massini tratta della guerra in Siria e della crisi dei rifugiati attraverso il viaggio di una donna anziana che tenta di fuggire dalla guerra. Il suo stile coniuga l teatro epico alla narrazione offrendo uno sguardo personale sull’orrore dei conflitti e dell’esilio.
- Il Diario di Mariapia di Fausto Paravidino affronta la guerra nei Balcani attraverso lo sguardo di una giovane ragazza. La pièce esplora i traumi, la disumanizzazione e il modo in cui i conflitti moderni condizionano le vite individuali.
- Vespro della Beata Vergine (1994) e Materiali per una tragedia tedesca (1995) di Antonio Tarantino affrontano temi legati ai conflitti, alla violenza politica e alle guerre mondiali. Il suo teatro è spesso centrato sulle derive dei sistemi politici moderni e delle loro ripercussioni sugli individui.
- L’abisso di Davide Enia mette in scena dei migranti che attraversano il Mediterraneo spesso fuggendo dalle guerre e dai conflitti nei loro paesi di origine. Il testo mescola reportage e teatro per denunciare la violenza e la disumanità delle guerre moderne e delle crisi migratorie.
La guerra oggi: Quale rilevanza nel contesto internazionale?
L’attualità internazionale – dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente alle tensioni sociali in Africa o in America Latina – rivela che la guerra continua a modellare il nostro mondo. Le guerre non si giocano più solo sui campi di battaglia ma anche nelle menti, attraverso i media, i discorsi politici e le ideologie. La scrittura teatrale della guerra permette non solo di documentare queste realtà, ma anche di interrogarle, trasformarle e restituirle attraverso un prisma artistico che tocca profondamente lo spettatore.
Il teatro, come spazio di riflessione e catarsi, può offrire una forma di resistenza simbolica ai racconti dominanti della guerra e mettere in discussione la glorificazione della violenza. Permette anche di esplorare i meccanismi di manipolazione dell’informazione, la disinformazione e i traumi psicologici legati ai conflitti moderni.
Metodologia:
Il laboratorio si articolerà intorno a quattro assi principali:
- Letture e analisi dei testi: Nella prima fase (dal 21 al 23 marzo) i partecipanti, guidati da Tiziana Bergamaschi e Nalini Vidoolah Mootoosamy studieranno:
– estratti di opere classiche e contemporanee, seguiti da discussioni approfondite sulle scelte narrative, etiche e drammaturgiche degli autori/autrici.
– testimonianze di vittime, soldati, reportage di giornalisti di guerra, nonché testimonianze raccolte da associazioni come ad esempio UNHCR, B’Tselem e Breaking the Silence che documentano i conflitti armati in modo diretto
- Esercizi di scrittura preparatori al laboratorio: Nella seconda fase (dal 12 al 13 aprile) i partecipanti, guidati da Tiziana Bergamaschi e Nalini Vidoolah Mootoosamy, attraverso degli esercizi di scrittura drammaturgica sui temi trattati nel precedente incontro, cominceranno a riflettere su come scrivere della guerra in vista del seminario intensivo con Mohamed Kacimi.
- Seminario intensivo di scrittura collettiva e individuale: (dal 5 al 15 maggio) I giovani autori, guidati da Mohamed Kacimi, lavoreranno sia individualmente che in gruppi per creare scene o brevi pièce sul tema della guerra. Saranno incoraggiati ad attingere dalle proprie esperienze e ad ispirarsi all’attualità per dare un’eco contemporanea ai loro scritti.
- Messa in scena sperimentale: (settembre 2025) I testi scritti durante il laboratorio saranno oggetto di letture sceniche o messe in scena sperimentali, al fine di esplorare come la guerra possa essere rappresentata in modo efficace e inventivo sul palcoscenico.
- Ospiti e incontri: Drammaturghi, registi, attori, operatori sociali e giornalisti che hanno lavorato sul tema della guerra saranno invitati a intervenire e a condividere la loro esperienza. Ciò offrirà ai giovani autori una prospettiva pratica e teorica sulle realtà della scrittura teatrale in contesti di conflitto.
Conclusione: Un impegno artistico e politico
Scrivere la guerra significa anche prendere posizione, come artista e come cittadino. La forza del teatro sta nella sua capacità di creare spazi di parola, ascolto e riflessione collettiva. L’obiettivo di questo laboratorio è aiutare i giovani autori ad affinare la loro sensibilità e tecnica di scrittura, permettendo loro al contempo di cogliere la portata delle sfide etiche legate alla rappresentazione della guerra.
Questo laboratorio sarà un’opportunità unica per i partecipanti di esplorare la guerra in tutti i suoi aspetti, dall’assurdità dei conflitti al dolore delle vittime, e di imparare a tradurre queste realtà in opere drammatiche potenti e coinvolgenti.
Verranno ammessi al laboratorio 7 drammaturghi. Le candidature si riceveranno fino al 28 febbraio 2025.
CALENDARIO DEGLI INCONTRI
- 21-22-23 marzo 2025: il primo incontro prevede la lettura e l’analisi di alcuni testi teatrali, delle testimonianze di vittime e soldati, dei reportage di giornalisti di guerra, nonché delle storie raccolte da associazioni come UNHCR, B’Tselem e Breaking the Silence. Docenti Tiziana Bergamaschi e Nalini Vidoolah Mootoosamy.
- 12-13 aprile 2025: il secondo incontro prevede esercizi di scrittura con le docenti Tiziana Bergamaschi e Nalini Vidoolah Mootoosamy.
- Dal 5 al 15 maggio 2025: laboratorio intensivo di scrittura con Mohamed Kacimi.
- 20-21-22 giugno 2025: chiusura del laboratorio di scrittura con Mohamed Kacimi (on line) e le docenti Tiziana Bergamaschi e Nalini Vidoolah Mootoosamy.
- 8 settembre 2025: restituzione al pubblico in forma di mise en espace dei testi scritti dai partecipanti al laboratorio presso il Teatro Filodrammatici di Milano.
Durante i laboratori con Mohamed Kacimi sarà presente un’interprete.
L’impegno giornaliero è di 7 ore dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18 e la frequenza è obbligatoria.
Il CV DI MOHAMED KACIMI è disponibile QUI
Il bando verrà pubblicato il 9 gennaio 2025.
Per informazioni: filodram@accademiadeifilodrammatici.it