Recitazione e improvvisazione

Docente: César Brie

 


Cerco di insegnare agli allievi qualcosa che forse hanno dimenticato perché spesso dietro un attore si cela un drammaturgo, un poeta, un artista che non vuole soltanto recitare, ma vuole dirci qualcosa attraverso altri mezzi.


Cerco di insegnare agli allievi qualcosa che forse hanno dimenticato.
Lavoro per farli stare in scena in modo lucido, onesto, semplice e umano.
Cerco di arginare gli atteggiamenti che spesso li fanno nascondersi dietro le tecniche.
Insegno loro a costruire immagini, e a improvvisare con calma, come un coro di intimità
che si incontra in questo spazio particolare che chiamiamo scena, e che io considero una soglia.
Cerco i poeti dietro le persone, poeti attori, poeti con la parola. il corpo e le metafore.
Spesso asserviamo il corpo in scena alle idee che abbiamo. Questo di solito produce cliché. Cerco di creare, nel lavoro di improvvisazione, un modo di stare in scena in cui si scopra cosa si fa, come si agisce. Ascoltare gli altri e noi stessi, osservare le nostre azioni, scoprire cosa significano. Non determinarle subito, ma andare alla scoperta di piccole azioni e situazioni in cui riusciamo a essere liberi, disponibili e attenti.
Questo è quello che cerco di insegnare.
Interrogo gli allievi anche attraverso i testi.
Spesso dietro un attore si cela un drammaturgo, un poeta, un artista che non vuole soltanto recitare, ma vuole dirci qualcosa attraverso altri mezzi, come regia, testo, voce.
Ecco, cerco di capire questo e di invogliare gli allievi a seguire le tante piste che possono percorrere.